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Negli ultimi anni, il concetto di Composable ERP ha acquisito sempre maggiore rilevanza nel panorama della trasformazione digitale. All’ESICONF2025, Mirco Mattarozzi, CEO di Peer Network, ha esplorato come SAP stia adottando questo approccio per offrire alle aziende maggiore flessibilità e integrazione. Ma per capire davvero il valore di questa evoluzione, è importante ripercorrere le diverse fasi che hanno segnato la storia dell’ERP.
Le evoluzioni dell’ERP
Mattarozzi ha aperto il suo discorso raccontando il significativo percorso di trasformazione dei sistemi ERP nel tempo:
- Monolitico ERP: un’unica piattaforma centralizzata, che garantisce un sistema unificato ma introduce un’elevata complessità gestionale.
- Best of Breed ERP: consente alle aziende di selezionare software “best-in-class” per specifiche esigenze, offrendo maggiore specializzazione ma con difficoltà di integrazione.
- Post Modern ERP: con l’introduzione del cloud, migliora l’usabilità e la flessibilità, permettendo un’interazione più agile.
- Composable ERP: l’ultima evoluzione, caratterizzata da un’architettura modulare e flessibile, in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato.
Dati e insight per l’innovazione strategica
Durante il suo intervento, Mattarozzi ha condiviso alcuni dati significativi di Deloitte e McKinsey: attualmente, il 55% della spesa IT aziendale è ancora destinato alla gestione operativa, mentre solo il 19% viene investito in innovazione strategica. Questo squilibrio evidenzia quanto sia necessario adottare soluzioni più flessibili per permettere alle aziende di concentrarsi sulla crescita e sulla trasformazione digitale.
Il Composable ERP: un cambio di paradigma
Oggi i sistemi ERP monolitici mostrano importanti limiti di fronte alla necessità di agilità e scalabilità delle aziende moderne.
Il Composable ERP, invece, grazie all’introduzione di un nuovo approccio basato su un’architettura modulare, permette alle aziende di selezionare e combinare componenti software specifici (PBCs, ovvero Packaged Business Capabilities) in base alle loro necessità. Questo porta numerosi vantaggi:
- Maggiore semplicità nell’integrazione tra diversi sistemi,
- Un’esperienza utente più fluida e intuitiva,
- Riduzione delle inefficienze legate ai sistemi legacy.
Come spiega Mattarozzi, il software è sempre stato una rappresentazione digitale dei processi reali di un’azienda. Tuttavia, ciò che è sempre mancato è una reale modularizzazione, che oggi diventa possibile grazie ai concetti alla base delle PBCs.
Ed è proprio SAP ad aver coniato il termine Composable ERP, un modello che punta a rendere ogni funzione aziendale un “mattoncino” componibile e riutilizzabile. In particolare, SAP definisce la composability come:
“L’abilità di un sistema di selezionare, assemblare e riorganizzare i componenti per adattarsi a requisiti specifici ed in continua evoluzione.”
Il Composable ERP non è solo una questione tecnologica, ma un cambiamento di mentalità: significa progettare le applicazioni a partire dalle reali esigenze aziendali, piuttosto che dai limiti imposti dalla tecnologia. Il risultato? Soluzioni più efficaci, che si integrano perfettamente con i flussi di lavoro esistenti.
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SAP e l’approccio Composable
SAP ha riconosciuto il valore di questa evoluzione e sta investendo sempre di più in un’architettura modulare, la quale consenta alle aziende di:
- Accelerare il processo di innovazione,
- Ridurre il time-to-market delle nuove soluzioni,
- Superare le rigidità tipiche delle architetture monolitiche.
PBCs: Packaged Business Capabilities
Le PBCs rappresentano l’elemento centrale del Composable ERP. Ma cosa sono esattamente? Si tratta di moduli applicativi che funzionano come “blocchi di costruzione” di un sistema informativo. Ogni PBC è:
- Acquistabile e attivabile indipendentemente, senza la necessità di installare un intero pacchetto software;
- Compatibile con altre PBC, senza introdurre overhead o complessità aggiuntive;
- Disponibile in diverse dimensioni, da macro-moduli complessi a piccoli componenti specializzati.
Una PBC si compone di tre livelli fondamentali:
- User Interface (l’interfaccia utente con cui si interagisce),
- Application & Process Logic (i processi e le regole che guidano il sistema),
- Unified Domain Model (un modello di dati unificato e condiviso).
Mattarozzi ha proposto un esempio pratico: un’azienda gestisce sia la logistica delle consegne che la fatturazione. Grazie all’approccio Composable ERP, invece di implementare un unico software complesso, può selezionare due componenti specifici dal catalogo PBC: Delivery Management, per la gestione delle spedizioni e Material Stock Management, per il controllo delle scorte di magazzino. Questi moduli, progettati per essere compatibili tra loro, si integrano immediatamente senza necessità di sviluppare codice personalizzato o dover adattare soluzioni preesistenti. Il risultato è un sistema agile e scalabile, modellato sulle esigenze dell’azienda.
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Il valore del Composable ERP
L’adozione di un sistema componibile offre numerosi vantaggi:
- Maggiore efficienza: grazie al riutilizzo delle componenti, si ottimizzano i tempi di sviluppo e si riducono i costi,
- Riduzione dello shelfware: si elimina il problema del software acquistato ma inutilizzato,
- Aumento dell’agilità: piccoli rilasci continui permettono di evitare progetti lunghi e rigidi,
- Esperienza utente più coerente: un’unica interfaccia per la gestione di workflow operativi complessi.
L’aspetto più interessante? Questo approccio sposta il focus dagli sviluppatori agli analisti funzionali. Non si tratta più di scrivere codice, ma di progettare soluzioni a partire da una visione di business. Si ragiona meno su “come realizzare” una funzione e più su “cosa deve fare”.
Conclusioni
L’ERP del futuro non sarà più un sistema rigido e statico, ma un ecosistema flessibile, modulare e adattabile in tempo reale. Il Composable ERP rappresenta una svolta decisiva, permettendo alle aziende di superare i limiti tradizionali e di adottare una digitalizzazione più moderna ed efficace.
L’ESICONF2025 ha offerto uno spazio di confronto su questi temi fondamentali, evidenziando come le aziende possano adottare strategie più dinamiche per affrontare le sfide future.
Per saperne di più, guarda l’intervento di Mirco Mattarozzi: